Goli arrosticini, anche chiamati rustell’ o arrustell’ , sono un piatto prelibato di origine abbruzzese che ha fatto innamorare tutta Italia.
Sono in genere accompagnati da fette di pane casereccio con olio extravergine d’oliva (pane ‘onde) e bruschette, salumi e formaggi nostrani, e l’immancabile vino Montepulciano d’Abruzzo o un mix di vino e gassosa in uso ancora nei ristoranti più tradizionali.
La preparazione consiste in carne ovina tagliata a tocchetti inframmezzati da pezzi di grasso, ed infilata in spiedini.
Vanno mangiati sfilando i pezzi di carne con i denti dallo spiedino, tenuto con le mani.
Citiamo il Professor Francesco Avolio, docente di Linguistica Italiana all’Università degli studi dell’Aquila, che nel suo testo “Il mistero degli Arrosticini”, scrive:
«L’area di diffusione originaria è “nella zona pedemontana sul versante orientale del Gran Sasso, principalmente in provincia di Pescara”. Dai nostri rilevamenti, il centro di quest’area è ai piedi del Voltigno (zona montuosa sul versante orientale del Gran Sasso), e in particolare sulla sponda sinistra del fiume Pescara (appartenente, prima del 1927, alla provincia di Teramo) e nelle valli vicine della Nora e del Tavo (comuni di Farìndola, Villa Celiera, Civitella Casanova, Civitaquana, Catignano, e ancora Pianella e alcuni altri), con estensioni, forse più recenti, sulla destra del fiume, verso Chieti (Tocco da Casauria) e, a Nord, attraverso la zona di Penne, in direzione del Teramano (valle del Fino).»
Inoltre:
«L’area è da tempo in ulteriore espansione: nell’immediato entroterra di Pescara, a Spoltore, i nostri spiedini sono giunti intorno agli anni Cinquanta, importati da ambulanti e immigrati stagionali provenienti da Villa Celiera, il paese che, sulla base di questa ed altre testimonianze, sembra proprio configurarsi come la piccola “patria” degli arrosticini.»
E volete sapere da dove deriva il nome “Rustelle”???
«Il nome dialettale senz’altro più diffuso è, nella zona di origine, lë rruštéllë, rruštòllë. Il DAM, alla voce rroštə (e rruštèllə), fornisce la variante di Rosciano (Pe), che è, per l’appunto, rruštèllə, e che viene definita “ ‘arrosticini’, pezzettini di carne di pecora infilati ad uno spiedino di legno e arrostiti” (si cita poi la variante rruštècégliə, senza però indicarne la provenienza), ma, alla voce arróštə, se ne trovano diverse altre: li rruštöllə (Loreto Aprutino, Pe), tradotta con “rosticini”, arruštijə (Bussi, Popoli, Pe), arrišticijə (Civitella Casanova, Pe), lə rušticijə (Tocco da Casauria, Pe), definite questa volta “arrostini, pezzi di carne di pecora infilata in una bacchetta di legno.»